La scultura in mosaico dalle origini a oggi

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Il Museo d'Arte della Città di Ravenna espone fino al 7 gennaio 2018 una mostra a cura di Alfonso Panzetta sul rapporto tra la scultura e il mosaico, con l'intento di sondare e documentare la nascita, l'evoluzione di questo linguaggio e le differenti declinazioni del concetto di "tessera" da parte degli scultori.

Mirko Basaldella, Furore

Mirko Basaldella, Furore (1944; mosaico veneziano, h 26 cm;
Roma, Collezione G. Bertolami - in comodato presso il Museo della Scuola Romana)

L'indagine parte dagli anni Trenta del Novecento, momento in cui, dopo che Gino Severini rinnova la pratica del mosaico in funzione della decorazione architettonica, si avviano le ricerche plastiche mosaicate di Lucio Fontana e Mirko Basaldella, tra i più geniali artisti del secondo Novecento italiano. Il percorso che coniuga la scultura al mosaico, dopo gli esempi di Fontana e Mirko tra anni Trenta e anni Quaranta, si interrompe per ricomparire di prepotenza tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta, con alcune sporadiche eccezioni negli anni Cinquanta e Sessanta.

Andrea Salvadori, Untitled
Andrea Salvatori, Untitled - II version (2017; cane in ceramica smaltata, rivestito da oltre 2000
cubetti in terragli bianca smaltati con cristallina trasparente, 46 x 60 x 45 cm; courtesy dell’artista)

Se Fontana e Mirko sono "i precursori", antesignani dell'unione felice tra scultura e mosaico, tra anni Sessanta e anni Settanta, Zavagno e Licata sono invece da considerare come i due indirizzi su cui si dipana la ricerca dei decenni seguenti soprattutto per quanto riguarda l'utilizzo di materiali "non tradizionali", il primo, e l'impiego delle tessere musive, lapidee o vitree, nel contemporaneo, il secondo.

Sulla trama di questo doppio e diverso utilizzo dei materiali - tradizionali e non - corre l'ordito della mostra che documenta le differenti temperature espressive della scultura tra XX e XXI secolo, iconica o aniconica, poetica o narrativa, simbolica o concettuale, sempre nella specifica coniugazione con l'arte del mosaico che si intensifica e si individua come "genere specifico" allo scadere degli anni Settanta ad opera di Antonio Trotta, Athos Ongaro e della Transavanguardia di Chia e Paladino, artisti che, anche nei decenni seguenti, faranno della scultura mosaicata una ricerca non episodica, soprattutto grazie alle innovazioni tecniche e tecnologiche date dai nuovi materiali di origine sintetica, che hanno permesso il superamento dei limiti tradizionali delle malte cementizie rendendo più agevole l'esecuzione musiva sulla tridimensionalità.

Mimmo Paladino, Vanità
Mimmo Paladino, Vanità (1988; mosaico, 48 x 43 x 8,5 cm;
Ravenna, Museo d’Arte della città di Ravenna, foto Giorgio Liverani)

Grazie anche alla realizzazione di alcuni lavori di importanza internazionale realizzati a Ravenna, come la tomba di Rudolf Nureyev a Parigi - oggi inamovibile, ma presente in allestimento mediante una installazione virtuale e multimediale - il fenomeno scultura e mosaico vede in seguito un'accelerazione con artisti di varia provenienza che si connoteranno fortemente come scultori mosaicisti tout court, consolidando la percezione che la scultura mosaicata abbia ormai imboccato una strada di assoluta autonomia.

Lucio Fontana, Gallo 1948
Lucio Fontana, Gallo (1948; mosaico nero e oro su cemento, 84 x 59 x 31 cm;
Roma, Soprintendenza Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, foto Antonio Idini)

Montezuma, Fontana, Mirko
La scultura in mosaico dalle origini a oggi

07 Ottobre 2017 - 07 Gennaio 2018

Sede: MAR Museo d'Arte della città di Ravenna
A cura di: Alfonso Panzetta con Daniele Torcellini
Patrocini: MIBACT - Ministero dei Beni e Attività Culturali, Regione Emilia Romagna
Catalogo: Silvana Editoriale