Terracina, luogo d'arte e cultura

Argomento:  

Se si percorre la Via Appia, che scende da Roma verso Napoli, si incontra, al termine del noto rettifilo denominato "fettuccia", una bellissima città affacciata sul mare, ricca di arte e cultura, con un paesaggio unico, pieno di fascino ed intrigo: Terracina, colonia romana dal 329 a.C., con un importante porto sul Tirreno.

Questa città calda e suggestiva, si trova al margine dell'agro-pontino, una terra rigogliosa sulla quale una grande distesa di serre consente una copiosa produzione di ortaggi di ogni genere e di altissima qualità. La città viene chiamata in antico con due nomi: Anxur e Tarracina. Anxur è nome volsco. Il nome è anche quello di Giove fanciullo (Iupiter Anxur o Anxurus), la divinità protettrice della città, venerata sulla vetta del monte che domina l'abitato, Monte Giove (scenario del recente video della canzone Happy Hour di Ligabue).

Terracina sorge in una posizione geografica che ha avuto nella sua storia, più che per altre città, un ruolo determinante. Terra di margine tra pianura e montagna, stringe da sempre con il suo territorio un rapporto particolarmente significativo.
È una terra rigogliosa e ricca di acque sorgive. La canalizzazione delle acque e la bonifica delle paludi pontine, iniziate in epoca romana per terminare durante il ventennio, ha portato alla formazione di numerosi canali che si convogliano su due foci, dove si trovano anche i due porti della città . A ridosso del mare e della meravigliosa spiaggia che si snoda per chilometri a nord e a sud, libera, larga e bella, si diramano alcuni campeggi discreti, silenziosi, rispettosi per coloro che amano il sole, il mare, la fauna stanziale e migratoria e la serenità.

La spiaggia di Terracina possiede, una sabbia fine e ombrelloni che d'estate si colorano d'improvviso e si riempiono di migliaia di turisti provenienti dal nord Europa e dal circondario; un panorama abituale fatto solo di mare e di cielo, di qualche pescatore che lancia il filo al largo con canne lunghissime e attrezzate. Dalla parte opposta della strada che costeggia il mare e la passeggiata, si trovano numerose case per la villeggiatura, spesso lasciate vuote in inverno

Salendo sul monte che sovrasta la città, il monte Sant'Angelo, si raggiunge la fortezza che circonda il tempio di Giove Anxur, che da lassù guarda un ampio panorama che va dal golfo di Gaeta al promontorio epico del Circeo e, di fronte a sé, scorge le isole di Ponza, Ventotene e le riserve naturali di Zannone e Palmarola.
Da qui si vede anche l'imponenza del Pisco Montano, arditissima rupe calcarea letteralmente "tagliata" dai romani per fare spazio alla nuova via Appia, (sono ancora visibili i numeri altimetrici incisi dai romani durante i lavori), alta quasi 100 m, ulteriore simbolo della città, ai piedi del Monte S. Angelo.

Dalla terrazza, costruita per fare da basamento al tempio di Giove Anxur, si può veramente ammirare tutto il territorio di Terracina, il suo mare che lambisce la spiaggia chilometrica, le sue aree dove volano gli uccelli e si posano per il soggiorno oche selvatiche, come il Germano Reale, e colonie di Cormorani che hanno ormai sulla costa una dimora stabile.
I canali sull'orizzonte disegnano una geometria fluviale che dimostra l'intelligenza dell'architettura umana e, in un triangolo ben disegnato dalle strade e dai canali, si vede la distesa delle serre, luccicanti per i nailon che le ricoprono e che proteggono le proprie preziose coltivazioni. Da lassù si apprezza bene anche il bellissimo centro storico medievale. Perchè Terracina non possiede solo il mare e il porto.

La città alta, proprio sopra il porto, è circondata dalle mure residue del Borgo Medioevale, quasi tutto ancora abitato. Nella piazza centrale si colloca la Cattedrale di S. Cesario, costruita sulle rovine di un tempio romano, a cinque navate, adiacente ad un bel campanile in stile romanico. Accanto ad essa si erge la torre Frumentaria del XII secolo, dove è conservato il museo civico. Il duomo è l'edificio più insigne della città, rappresentandone il fulcro storico e religioso; si colloca al centro dell'antico Foro Romano. Sotto la piazza del municipio si scorge, imponente, lo storico palazzo Braschi, costruito da Pio VI alla fine del 700 per la propria famiglia e più in basso la chiesa del S.Salvatore, edificio neoclassico progettato nel 1845 dall'architetto Andrea Sarti su precedente idea del Valadier.

Il palazzo comunale, rifatto negli anni venti, discorda dall'architettura antica delle altre costruzioni che si affacciano nella piazza del centro storico, un esempio unico di pavimentazione romana in uso da 2000 anni, lastricata in calcare locale risalente al I sec a.C. Forse una delle poche piazze in Italia che conserva ancora un lastricato romano autentico. Ed esso sta lì, come una sentinella moderna a protezione dei tesori più antichi che la fortezza conserva.
Proprio per i suoi tesori artistici e le tante preziose testimonianze di momenti di vita che vengono dal passato, Terracina è a tutti gli effetti una "città d'arte" poco conosciuta a livello nazionale. Pezzi di storia incastonati in vicoli stretti, che sono stati sepolti dal trascorrere del tempo e dalle costruzioni sovrastanti, come il teatro romano. La città sta lavorando per liberare questo tesoro, che sembra ben conservato, e per riportare alla luce l'emiciclo disegnato dai gradini e il labirinto dei cunicoli sottostanti. È possibile scorgere dalla piazza l'ampio spazio che questo antico luogo racchiude, visitabile in parte, e in parte solo immaginabile risalendo una gradinata posta di fronte al palazzo del municipio.


Terracina parla dunque anche con una voce antica, fatta di storia e tradizione millenaria, e la città moderna, sensibile a questa voce e desiderosa di trasmetterne ancora il messaggio, si preoccupa di curare, rendere visibili e valorizzare i suoi tesori perché divengano patrimonio prezioso di tutti.
A metà tra la cucina napoletana e quella romana, anche la gastronomia di Terracina porta a tavola con successo le ricche contaminazioni storiche e culturali vissute da questa terra di confine. Qui si può gustare, oltre ai tradizionali spaghetti con le cozze o con le vongole, la mozzarella di bufala, preparata con il latte locale e prodotto alimentare più conosciuto e apprezzato della regione pontina.
È possibile inoltre trovare le sfogliatelle, i babà napoletani oltre alle famose "bombe" locali e gustosi gelati di produzione propria, accanto ad un bicchiere del famoso moscato di Terracina. Chi ha tempo può andarselo a gustare direttamente nelle vigne di Sant'Andrea dove è possibile comprare anche altre qualità di vino di altissimo pregio a denominazione controllata (d.o.c.), recentemente premiato a livello nazionale.
Terracina, insomma, è una città dal cuore antico, ma mai stanco, immersa nella storia e nella natura, da cui attinge per il suo avvenire. Conoscendo e apprezzando i caratteri del suo territorio, così bello ma anche delicato e fragile, ciascuno di noi può maturare la consapevolezza che queste realtà continueranno a vivere solo se sapremo concorrere alla loro tutela e corretta valorizzazione.

Livia Borile