Il Salone d'Oro della Società del Giardino

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Oggi parliamo della grande Milano, e cosa c'è di più grande in questa città, a parte la Sala delle Cariatidi, ma quella era del re e non di un privato, se non il Salone d'Oro della Società del Giardino a palazzo Spinola?

Palazzo Spinola, Salone d'oro Foto ©Luca Volpi

Fondata nel 1783 da Francesco Bolchini, per condividere con gruppo di amici la comune passione per le bocce e svagarsi in un luogo all'aperto, lontano da mogli e seccature, riservata ai soli gentiluomini, la Società del Giardino è il simbolo laico che, dopo quello sacro della Madonnina, riassume in maniera perfetta una delle caratteristiche di Milano: la sana operosità del fare. Qui infatti non si viene ammessi per quel che si ha o per i propri titoli ma per quello che si è riusciti ad essere e a fare.
Sebbene, come in molte realtà ad essa contigue, soffra di un certo ricambio generazionale, qui è facile imbattersi in personaggi interessanti: dal grande studioso al principe del foro; dall'imprenditore vecchio stampo allo scienziato; dal melomane incallito al professionista di lungo corso.
Al Giardino sovrani e granduchi sono stati ospiti d'onore di memorabili feste e ricevimenti; tra i suoi marmi e i suoi stucchi hanno applaudito concerti ed esibizioni di poesia Carlo Porta, Stendhal, Balzac e Liszt. Qui Radetzky ha coltivato il suo tenace e incompreso amore per Milano e hanno cantato Giuseppina Grazzini e la divina Giuditta Pasta, immortalata in un marmoreo busto ai piedi dello scalone.
Il ritratto del socio ideale? Innanzitutto un devoto della riservatezza. Regola che impone un educato silenzio sui nomi degli iscritti. Anche se basta sfogliare l'elenco storico dei vari presidenti per leggere le firme di Francesco Bolchini, Febo Borromeo D' Adda, il Senatore Borletti, Raimondo Visconti di Modrone.
Punto di forza del circolo l'attività sportiva: vanta infatti una una sala d'armi fra le più antiche con una delle più gloriose scuole di scherma d'Italia. Sulle sue pedane si alternano cento iscritti, ragazzi che si allenano tra pareti con incisi i nomi delle cinquantuno medaglie olimpiche, dei Mangiarotti e di tutti i campioni lombardi.

La sede, Palazzo Spinola, è di proprietà del Circolo dal 1818 quando, dopo un lungo peregrinare, i soci decidono di acquistarla dagli eredi di Francesco Cusani, già proprietari del maestoso palazzo in Brera, perso anche quello negli stessi anni per affari legati al grande vizio: quello del gioco.
Nell'immenso palazzo è incastonato il celebre Salone d'Oro, un'apoteosi di sfarzo nel quale troneggiano i suoi quattro immensi lampadari inglesi, acquistati nel 1840, e salvati dalla furia dei bombardamenti che non hanno invece risparmiato la sala, devastata e poi ricostruita com'era - più o meno- e dov'era. Fortuna che non avrà il salone attiguo, conosciuto come quello d'Argento, che andrà letteralmente in fumo e sarà sostituto da una versione modernista, decisamente più minimalista.

Sfogliando il libro degli ospiti, si trova la firma del figlio di Darwin, Leonard, nel ruolo di relatore al primo convegno di eugenetica, e quella nitida e ordinatissima di Thomas Edison, che di professione si definisce "operaio ed elettricista". Tutto sommato... Una bella lezione di umiltà!

Manuela Alessandra Filippi
presidente e fondatrice di Città Nascosta Milano
www.cittanascostamilano.it/milano

Foto ©Luca Volpi