Mario Schifano, percorso e biografia

Mario SchifanoMario Schifano nasce a Homs, nella Libia italiana, il 20 settembre del 1934, dove il padre, impiegato del Ministero della Pubblica Istruzione, era stato trasferito. Pochi anni dopo si trasferisce con la famiglia a Roma e si avvicina all'arte, seguendo il padre che lavorava al museo etrusco di Villa Giulia.

Nel 1959 espone la sua prima personale alla Galleria Appia Antica di Roma, i quadri sono riconducibili ad un informale materico.
Nel 1960 espone insieme a Angeli, Festa, Lo Savio e Uncini alla Galleria La Salita di Roma con i primi "Monocromi", dipinti in quello stesso anno; l'influenza di Jasper Johns si manifestava nell'impiego di numeri o lettere dell'alfabeto isolate. In un quadro del 1960 si legge la parola "no" dipinta con sgocciolature di colore, in grandi lettere maiuscole.
Nel 1961 vince il premio Lissone per la giovane pittura internazionale alla personale svoltasi alla Tartaruga di Roma.
Nel 1962 compie il primo viaggio negli Usa, espone in una collettiva alla Sidney Janis Gallery di New York.
Nel 1963 torna in Italia ed espone all'Odysea di Roma. Espone nello stesso anno alla Sonnabend di Parigi.

Mario Schifano, Futurismo rivisitatoNel 1964 viene invitato alla XXXII Biennale di Venezia, la "Biennale della Pop". Già da un anno i suoi quadri si sono popolati di figure. E' il momento dei "Particolari" e dei "Paesaggi".
Nel 1965 dipinge "Io sono infantile" e "Futurismo rivisitato". Nello stesso anno espone a Roma e a Milano allo Studio Marconi.
Nel 1966 espone alla Galleria nazionale d'arte moderna di Roma nella mostra "Aspetti dell'arte italiana contemporanea". A fine luglio viene arrestato per detenzione di droghe. Verrà arrestato altre quattro volte nel corso del decennio, passando alcuni mesi in carcere e in manicomio.

Ancora oggi le opere realizzate negli anni Sessanta restano di incredibile attualità. Tra le più importanti, vanno ricordate le serie dedicate ai marchi pubblicitari Coca-Cola ed Esso, alle biciclette, ai fiori e alla natura in genere, tra le serie più famose troviamo i "Paesaggi anemici", le "Vedute interrotte", "L'albero della vita", "Estinti" e i "Campi di grano". Riguardo al marchio Esso, dobbiamo ricordare i cinque esemplari nei colori: bianco, rosso, blu, giallo, verde, tutti pezzi unici, sparsi nei musei fra Europa ed America. Vicino alla cultura pop e all'ambiente musicale beat, collaborò con alcuni gruppi musicali, disegnando le copertine dei dischi, come l'Equipe 84.
Nel 1967 presenta allo Studio Marconi il film di sua produzione "Anna Carini vista in agosto dalle farfalle", primo lungometraggio che precede la trilogia composta da "Satellite, Umano non umano" (con Adriano Aprà, Carmelo Bene, Mick Jagger, Alberto Moravia, Sandro Penna, Rada Rassimov, Keith Richards) e "Trapianto, consunzione e morte di Franco Brocani", girati nel Sessantotto e nel Sessantanove.

Nel 1968 in un momento di dibattito ideologico e di crisi d'identità, comune a molti artisti in quel periodo, dichiara più volte di voler abbandonare la pittura, dedicandosi più apertamente alla fotografia.
Nel 1970 Appassionato studioso di nuove tecniche pittoriche, fu tra i primi ad usare il computer per creare opere, e riuscì ad elaborare immagini dal computer e riportarle su tele emulsionate, le "tele computerizzate".
La prolificità dell'autore, e l'apparente semplicità delle sue opere, ha portato alla creazione di un numero impressionante di falsi che hanno inondato i mercati, soprattutto dopo la sua scomparsa. Inoltre i sopralluoghi negli Usa per il film "Laboratorio umano", finanziato da Ponti, ma mai girato, gli forniscono un immenso repertorio di materiale fotografico, che utilizzerà in varie mostre. Fu tra i primi a sperimentare innesti tra pittura e altre forme d'arte come musica, cinema, video, fotografia. L'ultimo periodo di produzione di Schifano è particolarmente segnato dai media e dalla multimedialità, interrotto soltanto da alcuni cicli pittorici, in una fase di piena coscienza del proprio ruolo di artista-uomo del suo tempo.
Nel 1973 espone alla X Quadriennale di Roma e a Contemporanea a Villa Borghese di Roma.
Nel 1974 l'Istituto di storia dell'arte dell'Università di Parma allestisce nel Salone delle Scuderie un imponente antologica di quasi trecento opere.
Nel 1978 partecipa alla XXXVIII Biennale di Venezia.
Nel 1979 espone una personale al Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Di questo periodo sono i grandi quadri equestri.

Mario Schifano, CosmesiNel 1980 partecipa, invitato da Calvesi, ad "Arte e Critica 1980". Collabora a "Frigidaire" dal primo numero con delle polaroid.
Nel 1981 dipinge la serie di "Cosmesi" e i primi "Balletti". Partecipa alla mostra parigina "L'identitè italienne" curata da Germano Celant per il Centre Pompidou.
Nel 1982 dipinge la serie di "Architetture", "Biplani", "Orti botanici" che espone in personali da Ferrauti a Roma, da Vigeto ad Alessandria, da Tucci Russo a Torino. Viene invitato alla XL Biennale di Venezia. Mostra antologica alla Loggetta lombardesca a Ravenna.
Nel 1983 La Annina Nosei di New York gli dedica una personale che riscuote grande interesse fra il pubblico degli specialisti.
Mario Schifano, Orto Botanico NotturnoNel 1984 Nel corso della XLI Biennale di Venezia espone alle Prigioni Vecchie il ciclo "Naturale sconosciuto" presentato da Alain Cueff. Nello stesso anno su invito del museo civico di Ghibellina realizza una serie di quadri di grandi dimensioni che in seguito lascerà in dono alla cittadina siciliana distrutta dal terremoto.
Nel 1985 nasce il figlio Marco dalla sua compagna Monica De Bei. Espone al Museum of Modern Art di San Francisco. Dipinge la "Chimera" in piazza dell'Annunziata a Firenze, nel corso della performance Achille Bonito Oliva la commenta in diretta. Partecipa alla Nouvelle Biennale de Paris.
Nel 1986 partecipa alla XLII Biennale di Venezia e alla XI Quadriennale di Roma.
Nel 1989 espone alla Royal Accademy di Londra nel corso di una rassegna sull'arte italiana dl XX secolo.
Nel 1990 riunisce una serie di opere di enorme formato dipinte nel corso dell'anno nella mostra personale allestita al Palazzo delle Esposizioni di Roma in occasione della riapertura al pubblico.
Nel 1993 espone il ciclo Repert dedicato agli animali preistorici.
Nel 1994 partecipa alla mostra "The Italian Metamorphosis 1943-1968" organizzata dal Guggenheim di New York. Tra il 1994 e il 1995 l'impegno umanitario di Schifano, da sempre centrale nella sua vita, si concretizza con una serie di missioni ad Asmara, dove entra in contatto con i bambini del luogo ed elabora numerose fotografie.
Mario Schifano, Paesaggio anemicoNel 1996 compie un viaggio in Brasile nel corso del quale realizza una performance, dipinge in bianco una baracca della favela Morro Santa Maria, in diretta polemica con la politica, ritenuta ipocrita. La performance e l'esperienza brasiliana sono testimoniate da due video ideati dal pittore e realizzati da A. Omar "L'ascensione di Mari, il pittore" e da S. Acciari "Making Off". Allestisce la mostra itinerante "Musa ausiliaria" che negli anni seguenti verrà ospitata dalla Fondazione Memorial d'America Latina di San Paolo, dal Museo delle Belle Arti di Buenos Aires, dalla Fondazione Wilfredo Lam dell'Avana, prima di raggiungere l'Europa.
Nel 1997 la corte d'Appello di Roma cancella le sue condanne, riabilitandolo. Nuovo viaggio in Brasile.
Appassionato di ciclismo, Schifano ha disegnato la maglia rosa del Tour de France.
Il 26 gennaio del 1998 in seguito ad una crisi cardiaca, muore all'ospedale Santo Spirito di Roma.

Bibliografia
- Luca Ronchi, Mario Schifano tutto, libro moderno, Feltrinelli e DVD Real Cinema, Milano, Gennaio 2008.
A dieci anni dalla scomparsa, questo è il primo e unico film completo su Mario Schifano, artista attivo per quattro decenni consecutivi del Novecento, dagli anni Sessanta agli anni Novanta. Questo film è stato e voluto dalle persone, donne e uomini, attrici, collezionisti d'arte,... che con lui hanno vissuto e lavorato, da chi lo ha amato, seguito e sopportato. Costruito con materiali inediti provenienti dall'archivio privato di Mario Schifano, spezzoni di interviste, videoclip, è un tentativo di cogliere per la prima volta il lato intimo di un artista "irregolare" in un viaggio nel tempo con i pittori della Scuola del Popolo. Non è un film "su" ma "con" Schifano.

Adriana Rota-Redazione ITM