Previsioni economiche d'inverno 2014

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Una lenta ripresa nel 2014, seguita da una crescita sostenuta nel 2015. Questo è lo scenario che la Commissione Europea ipotizza per l'Italia nelle previsioni economiche d'inverno.

In particolare, nel documento pubblicato il 25 Febbraio si prevede una crescita del PIL all'1,5% nell'Ue e l'1,2% nella zona euro, per poi raggiungere il 2,0% nell'Ue e l'1,8% nella zona euro, nel 2015, con una revisione di +0,1 punti percentuali rispetto alle previsioni autunnali. Valori in rialzo anche per l'Italia: crescita dello 0,6% nel 2014 e dell'1,2% nel 2015.

È previsto un rafforzamento della domanda interna, che dovrebbe contribuire a una crescita più equilibrata e sostenibile. Dagli indicatori risultano segnali di riequilibrio e di miglioramento della competitività esterna, soprattutto nei paesi più vulnerabili.

Sebbene le condizioni di finanziamento siano in media moderatamente favorevoli, permangono differenze fra Stati membri e fra imprese di dimensioni diverse. Inoltre, si prevede un rilancio degli investimenti, anche nell'edilizia. Guardando al futuro, la valutazione complessiva della BCE sui bilanci delle banche dell'area euro dovrebbe contribuire a migliorare il flusso di credito alle imprese vitali.

Anche se la crisi sembra ormai superata in larga parte dell'Unione europea, la ripresa è ancora modesta e per creare occupazione sono necessarie riforme economiche. Il tasso di disoccupazione resta dunque elevato, anche perché serve tempo prima che gli effetti positivi si ripercuotano sul lavoro. In quest'ottica, si prevede una diminuzione della disoccupazione entro il 2015 fino al 10,4% media nell'Ue.

Dopo la stabilizzazione e il miglioramento della situazione occupazionale, i consumi privati possono guadagnare slancio, beneficiando anche della minore necessità di risparmio precauzionale, grazie all'aumento della fiducia, e dell'inflazione contenuta dei prezzi al consumo nell'Ue, con un tasso dell'1,2% e con un lieve aumento di ¼ punti percentuali nel 2015.

Dati positivi anche per il consolidamento delle finanze pubbliche: nel 2014, i disavanzi pubblici dovrebbero scendere al 2,7% del PIL nell'Ue, mentre il rapporto debito/PIL dovrebbe essere di poco inferiore al 90%.

Restano però dei nodi da affrontare. Il pericolo maggiore è costituito dalla perdita di fiducia in caso di stallo delle riforme a livello nazionale o europeo. C'è poi il pericolo di incorrere in un periodo di bassa inflazione nella zona euro.

Esiste anche la possibilità che la ripresa sia più forte del previsto qualora siano attuate ulteriori riforme strutturali ambiziose, innescando così circoli virtuosi tra fiducia, crescita economica, investimenti e erogazione di prestiti.

Saranno gli Stati membri, sulla base delle previsioni economiche redatte dalla Commissione, a discutere delle ricette a favore della crescita. Il prossimo appuntamento è fissato al 20 Marzo, quando si riunirà il Consiglio europeo, organo composto dai leader dei 28 Stati membri dell'Ue.

 

Fabrizio Spada
Direttore della Rappresentanza a Milano