Remo Wolf, xilografia a legno perso

Sabato 14 maggio alle ore 18, alla Cascina Roma a San Donato Milanese, si inaugura la personale di Remo Wolf, uno dei più grandi artisti dell'incisione e dell'intaglio su legno che abbiano operato in Italia nel secolo scorso, dedicata a quella particolare tecnica chiamata "a legno perso", che rappresenta uno dei più alti livelli raggiungibili nel variegato campo della più antica arte della stampa.

Osservando l'opera di Remo Wolf, che ha attraversato col suo costante amore per l'arte tutto il secolo scorso, lasciando un'infinità di opere di cui ancora se ne dovrà studiare e catalogare una gran parte, possiamo intuire non solo la grandezza dell'artista innamorato del suo affascinante lavoro, ma anche l' ammirevole dimensione umana, insieme semplice e complessa, nella sua profondità.

Non si può certo rimanere indifferenti di fronte ad un segno forte e potente, che utilizza le asprezze della materia viva del legno per inglobarle nella sua visione di un mondo che gli ha fatto conoscere le dolcezze dell'amore e della famiglia, ma anche la perdita prematura degli affetti più grandi. Come pure la sua dedizione alla patria che gli ha fatto vivere le tragedie della guerra, come la battaglia di El Alamein dove fu decorato al valore, ma che gli costò la perdita di tanti amici e lunghi periodi di prigionia.
Queste vicende devastanti sono intuibili in molte sue opere dove, a differenza della concezione romantica in cui la natura partecipa al dolore dell'uomo, per Remo Wolf sembra soprattutto l'uomo a partecipare della bellezza ma anche dell'oltraggio portato al creato, con la riproduzione quasi ossessiva di un tormento evidente soprattutto nei contorti tronchi degli alberi, che ci stanno volutamente mettendo in guardia.
Si è giustamente parlato di espressionismo nell'indicare le radici della sua arte, ma è innegabile che questo artista abbia trovato una via molto personale per esprimere le emozioni forti di una realtà vissuta in una regione del nostro paese dalla storia travagliata e dalle mille influenze culturali, immersa in una natura bellissima, ma a volte aspra come lo sono le sue rappresentazioni che colpiscono per il severo realismo delle montagne e dei villaggi con i loro dominanti campanili.
Anche la figura femminile, spesso presente, risente del carattere duro e forte insieme delle donne di montagna capaci di sacrifici oggi impensabili, sia in tempo di pace che in guerra, come pure è palpabile la sublimazione nella religiosità di tante figure maschili che portano con sé una visione della vita che ci parla di accettazione e di dedizione ad un'umanità dolente.
Ma come non vedere nei vivaci colori, dal carminio al blu e dal giallo al verde, quanto la natura venga vissuta come consolatoria con i suoi fiori, gli uccelli, gli animali, ma soprattutto il sole per esprimere tutte le gioie delle sue passioni, anche per l'insegnamento e per l'affetto degli allievi che lo hanno seguito a lungo nelle sue vicende umane e artistiche, come Alda Failoni, che ha censito e catalogato i suoi ex libris.
In questa mostra potremo ammirare anche l'uomo ricco di una vasta cultura, che lo ha avvicinato a tanti grandi del suo tempo e del passato, come al poeta medioevale François Villon, di cui ha illustrato in 41 xilografie gran parte della sua opera gotica con cui sentiva una profonda sintonia, che anche noi possiamo riconoscere nei segni spigolosi e nell'amore per il dettaglio e per la simbologia. L'uomo e l'artista ci permettono così di cogliere nei magnifici disegni esposti anche l'essenza primordiale dell'uomo.

14 maggio - 5 giugno 2011
Cascina Roma - Piazza delle Arti, 2 - San Donato Milanese (MI)
Tel. 0255603159 - 025271699
www.comune.sandonatomilanese.mi.it

Maria Antonietta Porfirione Todaro


 

Remo Wolf (Trento, 29 febbraio 1912 - Trento, 27 gennaio 2009) è stato un incisore italiano. Artista trentino ed incisore di fama internazionale, nato a Trento nel 1912, si dedica a partire all'incirca dagli anni '30 all'arte incisoria, tecnica che predilige e che lo accompagnerà durante tutto l'arco della sua lunga ed intensa vita artistica. Si interessa in particolare alla tecnica xilografica producendo un corpus di opere che conta migliaia di soggetti, sacri e profani, ironici, spesso dedicati alla montagna. È stato presente alle Biennali veneziane del 1942, 1950, 1954 e 1956 e alle Biennali dell'Incisione di Reggio Emilia, di Cittadella, Oderzo e di Carpi, al Premio Suzzara, al Premio Biella e alle rassegne della Calcografia Nazionale di Roma svoltesi in Italia e all'estero.

Collaterale ma non per questo meno interessante il corpus di opere exlibristiche che accompagna la produzione maggiore dell'artista, composto all'incirca da 750 soggetti commissionati da noti collezionisti italiani e stranieri: come non ricordare i foglietti dedicati a Mario de Filippis o le primissime opere degli anni '30 dedicate a Gianni Mantero, con forti influenze belliche.

Tratto nordico e quasi espressionistico, con cenni che riportano al Dürer, egli si distingue per l'originalità e la vena ironica, mentre nella produzione ad olio pare quasi volersi distaccare con violenza avvicinandosi al gusto mediterraneo per i colori caldi e materici.

Frequenta il Magistero a Firenze e a Roma ottenendo l'abilitazione all'insegnamento. Nel 1932 viene richiamato alle armi. Il 4 novembre 1942, alla fine della battaglia di El Alamein, è fatto prigioniero (Il periodo della gabbia) e ritorna in Italia nel 1946. Nel 1949 si iscrive all'Accademia delle Belle Arti di Venezia. Nel 1952 fonda con Giovanni Giuliani,Virgilio Tramontin e Tranquillo Marangoni l'Associazione Incisori Veneti e in quel periodo organizza mostre presso il Circolo Bronzetti di Trento. Dal 1976, con la conclusione dell'insegnamento, si dedica interamente al lavoro di incisore soprattutto nel campo xilografico che affronta, sin dagli esordi, da autodidatta. Scompare a Trento nel gennaio del 2009.