Castelmezzano e Pietrapertosa

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Due gioielli incastonati nel cuore verde della Basilicata
Sono situati proprio in un posto che è un incanto: al centro delle Dolomiti Lucane. I due piccoli borghi di Castelmezzano e Pietrapertosa, di cui si può dire che vivono in simbiosi, non potevano avere ubicazione migliore. Sono abbarbicati, fusi e formano un tutt'uno con le Dolomiti Lucane ad oltre mille metri di altitudine, nel cuore della Basilicata.

Da qui è possibile godere della vista di scorci estremamente suggestivi. Meritano di essere visitati questi borghi, ricchi di storia e d'arte, come l'antichissimo paese di Calciano, o il centro fortificato di Pietrapertosa, l'antica Pietraperciata (ovvero pietra forata, per una grande rupe forata). Questi borghi a loro volta sono inseriti nel Parco Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane esteso per circa 27.000 ettari.

Il profilo delle dolomiti lucane attira verso uno dei centri paesistici più misteriosi della Lucania. Salendovi si penetra progressivamente in uno spazio interno ad una natura costruita da rocce arenarie, sagomate dagli agenti atmosferici. Gigantesche sculture naturali, circondano silenziose, chi si addentra nella storia millenaria. Sono le sentinelle della città-natura di Castelmezzano.

Osservandole sotto particolari condizioni di luci e di ombre la fantasia popolare ha attribuito loro dei nomi: Aquila reale, Civetta, Grande Madre, Incudine, Bocca del leone. Tra i primi a nascondervisi furono gli Arabi che, all'inizio del IX sec., risalirono fino a qui oltre che a Pietrapertosa, Abriola e Tursi, improntando queste città-paesaggio di un modo di insediarsi che si definisce scoprendo la natura come risorsa, come difesa e come simbolo. All'interno della chiesa Madre, risalente al XIII sec., si può ammirare la "Madonna dell'Olmo" del XIV sec., stupenda statua lignea della Madonna col Bambino.

Le Tradizioni:

I Maggi
Una particolare importanza rivestono le feste denominate i Maggi, espressione unica in Italia delle comunità montane nell'area del Parco di Gallipoli Cognato e delle Piccole Dolomiti Lucane. In queste feste si esprime il rapporto strettissimo che la popolazione ha con l'ambiente circostante caratterizzato dalle montagne e i fitti boschi. Si tratta dei Culti Arborei celebrati ad Accettura, Oliveto Lucano, Pietrapertosa e Castelmezzano. Questi hanno in comune la rappresentazione dell'unione tra un albero ad alto fusto, un Cerro (il Maggio), che rappresenta il maschio, ed una Cima, la regina del bosco solitamente un agrifoglio. I due alberi vengono tagliati nei boschi e trasportati in paese attraverso un rito particolarmente suggestivo a cui partecipano centinaia di persone accompagnati dal suono delle zampogne dei pifferi e dei tamburi. Il Maggio è trainato da numerose coppie di buoi. Durante il tragitto vi è una sosta nella quale si ripone il Maggio ed i "maggiaiuoli" si riposano: in questo momento canti e balli, ancora una volta, accompagnano la sosta. Si giunge infine in paese dove avviene l'incontro fra il Maggio e la Cima. Il giorno dopo si da inizio al matrimonio fra il Maggio, il tronco, e la Cima, la chioma.Il rito prevede la preparazione dello sposo, il Maggio, e della Cima, la sposa, il giorno della Pentecoste. Nel momento in cui le due parti sono unite ad incastro, il matrimonio è consumato e la festa inizia con la musica e le danze caratteristiche.L'albero ottenuto dall'innesto è issato in fondo alla piazza. Coperto di doni è pronto per la scalata finale effettuata da giovani che si cimentano mettendo in mostra la propria forza fisica e abilità.
Il Maggio rimane in piazza fino al giorno del Corpus Domini.

La cosa più straordinaria è senza dubbio la incondizionata partecipazione di tutti, come testimoniato dal ritorno al "paese" di numerosi emigranti per consumare un rito che il più delle volte affonda le sue radici in rituali precristiani. Molte sono infatti le feste che si dividono tra il motivo religioso e quello pagano: basti pensare ai Maggi, in cui si esprime, in maniera del tutto evidente ed inequivocabile, lo strettissimo rapporto che la popolazione ha con l'ambiente circostante, caratterizzato da imponenti montagne e fitti boschi.


Il volo dell'angelo

La nuova entusiasmante attrazione all'interno del Parco.
Al di sopra delle Dolomiti Lucane, nel cuore della Basilicata, un cavo d'acciao sospeso tra le vette di due paesi, Castelmezzano e Pietrapertosa permette di effettuare e vivere il VOLO DELL'ANGELO. Si tratta di un attrattore, di nuova concezione, che permette una fruizione innovativa del partimonio ambientale rispondendo ad una nuova esigenza e ad un nuovo modo di intendere il tempo libero e lo svago, teso sempre più a vivere nuove esperienze e a cercare nuove emozioni. Un'avventura a contatto con la natura e con un paesaggio unico, alla scoperta della vera anima del territorio.

Eugenio Di Ciommo    da Lavello (PZ)  13/10/2009